Birds in the trap by Emanuele Bilotti

Birds in the trap by Emanuele Bilotti

autore:Emanuele Bilotti [Bilotti, Emanuele]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Bordeaux
pubblicato: 2021-03-12T10:33:30+00:00


Trap e giovani NEET: disoccupazione produttiva e classe senza lotta

Il nuovo assetto del mercato della musica, in Italia, è stato il terreno di emersione del fenomeno trap. Esso è espressione della scena afroamericana del sud degli Stati Uniti, specie di Atlanta. Qui il rap si è evoluto maturando sonorità peculiari a partire dall’esperienza pionieristica del collettivo Organised Noize – che negli anni Novanta produsse e contribuì al successo globale di Goodie Mob, Outkast e TLC, traendone però vantaggi trascurabili e rimanendo di fatto ai margini dell’industria discografica (Jones, 2016) – e dalle evoluzioni successive del dirty south. Le sue sonorità elettroniche sono segnate da bassi prolungati, utilizzo di sintetizzatori, batterie con casse profonde, rullanti cupi e charleston terzinati, dove la drum machine Roland TR-808 è uno standard essenziale. Nella versione più comune in Italia, la trap eredita dalla corrente gangsta rap contenuti nichilisti impregnati di riferimenti a vita criminale e abuso di sostanze illegali, dove il rap lascia spazio al cantato distorto attraverso il ricorso storpiante ad Auto-Tune. Il risultato, oltre a essere più facilmente comprensibile e orecchiabile del rap, conserva le prerogative di economicità del genere per quanto riguarda la produzione musicale, ma ne accresce la praticabilità grazie alla minore complessità di testi e metriche, la possibilità offerta da Auto-Tune di cantare senza averne le competenze e la libertà di sovvertire all’occorrenza regole basilari come la scrittura a tempo e in rima. Sulla base di questi presupposti, irrompendo nel mercato musicale a partire dai primi anni Dieci, la trap ha fornito ad adolescenti di classe medio-bassa/bassa (per la prima volta anche di origine migrante) non solo un mezzo accessibile per misurarsi con l’industria discografica, ma anche una forma di espressione costruita collettivamente e non mediata per rappresentare condizioni sociali, aspirazioni e immaginari propri della ‘Generazione Z’.

L’esplosione della trap rimane strettamente legata ai social network, che hanno sostituito l’aggregazione nello spazio pubblico quale fulcro per lo scatto innovativo della scena degli anni Novanta. Anche questa ultima si era servita di forum online di discussione, ma l’intreccio tra diffusione della musica trap e sviluppo dei social network ha fornito accelerazione alla mercatizzazione dell’Hip Hop con implicazioni non solo virtuali (emblematico lo spostamento della musica dal vivo da feste e centri sociali autogestiti verso i club). Il funzionamento dei social network modifica il lavoro di rapper e producer (individualizzando e imprenditorializzando l’esperienza artistica anche tra esordienti) e la funzione del pubblico (soggetto produttivo nella creazione e circolazione di tendenze), sfumando il confine tra artista e utente e assegnando una portata di massa alla socializzazione verso il basso di ricerca e sviluppo. Le caratteristiche del segmento di pubblico cui si rivolge il mercato della musica trap massimizzano l’efficacia di tale processo di sussunzione. Se, in Italia, il genere è indicato nel 2019 tra quelli più ascoltati da una persona su quattro, la percentuale sale al 53% per la popolazione tra 16 e 24 anni (seconda solo a quella relativa alla musica pop), popolazione che registra una percentuale elevata anche per quanto riguarda la predilezione per l’ascolto via smartphone (74%).



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